Quando parlo del mio lavoro a persone che non sono del settore, che magari hanno sentito parlare della professione della wedding planner solo alla lontana o alla tv, diventano molto curiose.

Spesso vogliono entrare nel dettaglio e domandano cosa fa effettivamente una wedding planner, come svolgo il mio lavoro e cosa faccio in generale… però ci sono due argomenti che creano sempre tanto interesse.

Ci sono due domande che tutti i curiosi reputano fondamentale, come se questo fosse l’unico nocciolo della questione:

  • se vado anche io alle prove dell’abito
  • se vado anche io alle prove per il pranzo di nozze.

Nell’immaginario collettivo la wedding planner segue ogni scelta degli sposi, non li molla un attimo per essere sempre con loro.

Ovviamente questa definizione è semplicistica e vera fino ad un certo punto.

Che cosa fa la wedding planner?

Sì, in quanto organizzatrice conosco le scelte che gli sposi fanno. Ma un conto è essere aggiornata, l’altra è intromettersi.

Essere informata sulle scelte Sì, interferire con le scelte No.

L’unica risposta possibile è “non sempre”, anzi, per la precisione la risposta corretta è “solo se la sposa mi vuole e hanno piacere ad avermi presente in quel momento”.

Perché, in verità, in quei due particolari momenti, cioè durante la scelta dell’abito da sposa e del menù del matrimonio la mia presenza non serve a nulla.

Ora spiego meglio cosa intendo dire.

Supporta le decisioni sul menù

I miei gusti in fatto di cibo sono particolari: mangio davvero tutto senza lamentarmi. Ci sono pochissime cose che non mi piacciono ma che, se messe nel piatto, mangio comunque senza battere ciglio. Sono letteralmente onnivora.

Ma la mia preferenza è in generale per i sapori forti: salato, piccante -anzi, molto piccante-, speziato. Tra un piatto poco condito e uno più saporito, tendo a preferire il secondo.

Questo però è il mio gusto e non è detto che la coppia che sta scegliendo quale piatto servire al matrimonio abbia il mio stesso gusto.

Io potrei trovare goloso un pesce in panure con aromi particolari e ricercati mentre qualcun’altro potrebbe sentirlo troppo forte e preferire un’alternativa più delicata (è capitato per davvero).

Non c’è giusto o sbagliato, c’è solo il gusto di chi mangia.

Sai meglio di me che accontentare 100 persone è praticamente impossibile.

Gli chef cucinano in maniera media, tenendo conto di quello che può piacere a tutti. Cioè, se a casa tua mangi insipido è un problema tuo, non si può pretendere che un ristorante serva piatti insipidi. Mi sembra ovvio.

Però tra un piatto speziato che nasce già così dall’inventiva dello Chef, magari si preferisce altro.

Quindi il mio giudizio non può essere ne veritiero ne assoluto.

La mia presenza alle prove serve a dare supporto alle decisioni della coppia, soprattutto se dall’altra parte c’è una location rigida che lascia poco spazio a richieste o idee diverse.

Le location, dopo tanti anni, si abituano a lavorare in un certo modo, a fare matrimoni con lo stesso ritmo, quasi “fotocopia”.

Questo garantisce ottima riuscita ma bassissima personalizzazione.

Davanti a richieste diverse, alternative, tendono a chiudersi e di solito chi chiede aiuto a una wedding planner vuole far qualcosa di diverso perfettamente organizzato

Lo stesso principio vale per la prova abito.

Anche se, devo dire, in un atelier riesco a essere più oggettiva.

Come scrivo spesso sono una wedding planner semplice: se una cosa ti piace per me è sì.

Se sei contenta dell’abito che provi, ti sta oggettivamente bene, ti ci senti bene… le piccole differenze come il pizzo scelto, lo scollo preferito, punti luce presenti sono dettagli che ai fini organizzativi non contano.

Esattamente come per la prova del menù, in atelier la mia presenza è di supporto, di conferma della scelta fatta.

Non mi metterò mai a dirti che preferisco un abito rispetto a quello che hai scelto, a meno che tu stessa non sia indecisa e cerchi un consiglio.

Ma se tu non sei indecisa e sei uscita dal camerino con l’abito dei tuoi sogni e ti si legge in viso, chi sono io per esprimere un parere? Se Claudia ha un altro gusto, sono fatti miei.

Io vedo solo quanto l’abito che hai addosso è adatto a te.

È difficile da spiegare, è una questione più empatica che di studi o corsi.

Ho visto ragazze che avevano addosso l’abito perfetto per loro, una cosa che io come Claudia non avrei mai scelto ne guardato ma che come wedding planner ho letteralmente adorato e caldeggiato perché perfettamente in tono con la personalità e con lo stile.

È un argomento di cui ho parlato spesso: non è detto che l’abito che l’abito che hai scelto mi piaccia in senso assoluto, ma mi piace su di te e ti sta molto bene. Conta solo quello.

Che poi queste siano le stesse riflessioni che dovrebbero fare gli invitati invece di criticare, è un altro discorso.

Ricapitolando: la mia presenza alla prova abito e menù è fondamentale? No, assolutamente no

È di supporto? Sì, soprattutto se il loro seguito e le persone intorno a voi sposi sono particolarmente polemiche o critiche.

Hai presente l’ebook che ho scritto qualche tempo fa dal titolo “I 10 motivi per cui tua mamma e la tua migliore amica stanno rovinando il tuo matrimonio”? Purtroppo non è frutto di fantasia e non l’ho scritto per scherzare.

Vedo troppo spesso l’intromissione della famiglia nei preparativi in maniera sbagliata.

Se a voi, come coppia, piace una cosa, l’amica, il genitore o il seguito in generale non deve rompere le scatole.

Dire la propria a titolo di parere -se richiesto-, sì.
Insistere fino a provare a imporre il proprio punto di vista, no.

Torniamo un attimo alla questione del cibo.

Un conto è se gli sposi impongono un piatto particolare che apprezzerebbero solo loro. Un esempio potrebbe essere una portata molto piccante. Ecco, forse in quel caso è bene lasciare il proprio gusto da parte per preferire qualcosa che la maggior parte delle persone possa apprezzare.

Ma insistere per un risotto di pesce invece di un risotto di carne, è inutile e senza senso.

Eppure assisto ciclicamente a discussioni infinite su dettagli di questo tipo, motivate solo da un banale “ma non so se tutti mangiano il risotto” che tradotto si traduce in “so che alla zia/al nonno/alla nonna non piace il risotto quindi non lo metto seno criticano e non voglio critiche”

Qui allora mi permetto di impormi un po’, per interrompere sul nascere polemiche inutili.

Un conto è infilarsi e mettere becco in questi famigliari private, l’altro è supportare la coppia e far capire che la scelta fatta dagli voi sposi non rovina il giorno del matrimonio ne lo comprometterà solo per un piatto diverso.

Ed è normale e sacrosanto che la coppia abbia gusti diversi rispetto a quelli dei genitori.

Ritornando ancora una volta alla domanda principale del post, per rispondere alle curiosità di chi vuole sapere di questo lavoro convinto che io passi tutto il mio tempo ad assaggiare prelibatezze e vedere abiti meravigliosi, non è così.

Io lavoro di una organizzatrice di matrimonio è al 75% alla scrivania, con PC e con il telefono.

Io cerco la location perfetta, con una cucina all’altezza della situazione e l’atelier che soddisfi le tue esigenze e che possa accontentare i tuoi desideri.

Cosa puoi fare adesso?

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