Non ho sempre voglia di raccontarti del coordinamento del matrimonio, di quanto figo sia questo servizio e di come ti cambierà davvero l’approccio al matrimonio.
Sai già che io lascio a te tutta la parte divertente dei preparativi, dai giri per location alla partecipazione degli open day, dall’abuso di Pinterest fino alla ricerca del più conveniente negozio di bomboniere on line… però, poi, non puoi delegare tua sorella per controllare che tutto sia in ordine. Cioè, puoi, ma tu ti ritrovi ad avere delle collaboratici a cui dare ordini e indicazioni su cosa fare, passando tutto il tempo a preoccuparti della confettata o del tableau piuttosto che di goderti la tua festa.
Per avere il servizio di coordinamento che davvero ti cambierà la vita, ti basta scrivermi a claudia@imatrimonidipink.it.
Oggi ti parlo, invece, della parte nascosta del mio lavoro. Mi racconto un po’, così mi conosci meglio e sai anche cosa faccio tutto il giorno.
Farò leggere questo post anche alla mia mamma, che ancora non ha capito esattamente di cosa mi occupo e come occupo le mie giornate ^_^
Lunedì mattina.
Il weekend è terminato, la sveglia suona, Dafne esce da sotto le coperte (sì, il mio cane dorme a letto con me e sotto le coperte!) e viene a svegliarmi.
Non c’è il sole, ma è comunque una giornata luminosa e a me piace la luce.
Non mi alzo subito, non sono capace. Io sono quella delle mille sveglie, dell'”ancora 5 minuti”, del “adesso mi alzo”. Conosco gente che appena suona la sveglia balza giù dal letto e diventa iperattiva.
Ecco, quel tipo di persona non abita in questa casa, nemmeno Canetta lo fa. Lei forse è anche peggio: viene a farsi coccolare, poi gioca un po’, poi si addormenta di nuovo, poi ancora qualche coccola…e dalla prima sveglia a quando mi alzo è passata almeno mezz’ora.
Io e Dafne siamo la prova che cane e padrone si assomigliano davvero.
Pensa che quando mi devo alzare molto presto, lei nemmeno fa finta di salutarmi o di guardarmi.
Una volta in piedi, però, inizia ufficialmente la giornata. Passo dal bagno, poi torno in camera per vestirmi, quindi in cucina per la colazione. Caffè nella tazza, latte in microonde, crocchette per la pelosa e scelta dei biscotti.
Non sono capace di fare colazione a tavola, se sono da sola. Già la colazione a casa è una cosa che ho imparato a fare da poco, prima c’era solo il bar in cui fermarmi prima di entrare in ufficio. Quindi mi sposto sul divano, con il PC sulle gambe e Canetta che gironzola per casa.
Ecco, questa è la mia routine mattutina appena sveglia.
Negli anni ho imparato a vestirmi, cioè a togliermi il pigiama e a indossare qualcosa con cui rendermi presentabile. Niente tacco e abito, anche se alcuni manuali e blog di imprenditoria consigliano di vestirsi proprio come se si dovesse uscire di casa, ma non ce la faccio. Stare a casa mia con le scarpe mi fa sentire ridicola e non a mio agio.
Diciamo che ho scelto abbigliamento comodo: una bella tuta o un pantalone morbido, un maglioncino semplice, capello in ordine e faccia lavata. Se arriva il postino, almeno, posso scendere a ritirare la posta così senza sentirmi a disagio.
Allo stesso modo, mi basta mettere un paio di sneakers per una passeggiata con Dafne.
Lei, sempre con me. L’ho voluta talmente tanto che praticamente non me ne separo mai.
Ho un’agenda su cui segno sia gli appuntamenti sia le cose da fare, con il metodo del bullet journal rivisitato. Anche trovare questo incastro è stato molto difficile.Ma così evito la sindrome del foglio bianco: appena seduta davanti al PC, se non ho un matrimonio specifico su cui lavorare, mi perdo via. Con la lista, sono decisamente più efficiente!
Perchè tutto questo pippone sulle mie abitudini mattutine? Perchè nei vari gruppi su Facebook dedicati ai wedding planner ho letto alcune follie del tipo “se non hai un ufficio non sei nessuno” oppure “non posso ricevere i miei clienti in pasticceria”.
I “nazisti del wedding” sono tornati alla carica con le loro teorie di lavoro anni ’90, dove era fondamentale avere l’ufficio e accogliere gli ospiti in una location dignitosa.
Io mi occupo di coordinamento, incontro spesso i miei clienti e i miei sposi direttamente nella location che loro hanno scelto, così provvediamo direttamente al sopralluogo e poi ci fermiamo a bere un caffè in qualche bella pasticceria, solo per definire gli altri dettagli stando più comodi.
La mia professione arriva dall’america e dall’inghilterra, lì è normale fare appuntamenti e colloqui di lavoro in bar e locali come Starbucks.
Qui da noi non è ancora arrivato (a Milano si parla di una apertura nel 2018) ma per fortuna sono sempre di più le bakery di impostazione americana dove puoi fermarti più del tempo di un caffè al volo e degustare anche qualcosa di sfizioso e originale.
Con questo stile di lavoro, posso praticamente incontrare chiunque dovunque, lavorare dappertutto e non sentirmi legata ad un posto.
Quando vado a trovare mia sorella in Inghilterra, dopo aver portato mia nipote a scuola, mi siedo da Costa con un bicchiere formato di gigante di qualche intruglio molto calorico e iper zuccherato, un dolcino fatto almeno al 50% di burro e il mio computer. Non sono mica da sola: insieme a me, almeno altre 4/5 persone che scelgono il bar come ufficio.
Finora i miei clienti non hanno mai mosso obiezioni, anzi, hanno sempre preferito questi incontri liberi. Così facendo, infatti, non obbligo nessuno a venire da me (magari facendo anche molti km), ma sono io che posso muovermi per andare incontro alle esigenze dei miei sposi.
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Cosa puoi fare adesso?
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