Stimare il lavoro intangibile è sempre molto difficile.

Se una borsa vale soldi indicati su cartellino oppure no, se un oggetto costa troppo, se un piatto al ristorante non vale il prezzo che si paga è facile da dimostrare.

Dalla qualità del materiale impiegato, gli ingredienti usati, come è stato servito e la percezione generale sono elementi abbastanza tangibili.

Non che tutti possano essere d’accordo e ci mancherebbe. Si dice che il mondo è bello perché è vario (alcune volte, però, avariato… ma non è questa la sede in cui trattare l’argomento) e trovare qualcosa che metta d’accordo tutti è praticamente impossibile.

Stimare il valore di una wedding planner, dunque, è molto difficile.

Io mi metto nei tuoi panni: come fai a scegliere la persona a cui affidare il tuo matrimonio? Nella marea di colleghe più o meno esperte, più o meno improvvisate, come puoi scegliere?

Ma soprattutto… come fai a scegliere me come tua coordinatrice del matrimonio?

Stavo cercando la risposta da un po’ e poi, come spesso accade, è arrivata grazie all’ultimo matrimonio.

Mi sono resa conto, anzi, mi hanno proprio spiegato, quanto è servita la mia presenza durante l’organizzazione e il coordinamento.

Il mio lavoro ha fatto davvero la differenza tra un matrimonio che sarebbe stato uno stress per tutti, per gli sposi e anche per i fornitori.

Gli sposi hanno lasciato una recensione entusiasta, ma chi mi ha colpito è stato il feedback dei fornitori.

Il matrimonio finiva a mezzanotte ma tra gli ultimi ospiti che si attardano e la canzone da terminare, prima delle 12.30 non è andato via nessuno.

Quindi il momento dei saluti, dei ringraziamenti per il lavoro e, come spesso accade, anche per il piacevole tempo passato insieme. Vero che siamo tutti lì per lavorare, ma se tra le persone si crea un buon feeling, si sta tutti meglio.

Proprio in quel momento, arrivano i complimenti.

Il videoperatore si è detto sorpreso e contento della mia presenza. Appena aveva saputo della presenza della wedding planner era partito prevenuto.

Praticamente ha confermato quello che già sapevo, cioè che la maggior parte delle “colleghe” -perdonami le virgolette- sono viste come fiocchettare rompipalle, utili più all’aspetto estetico che non al tocco di pianificazione e organizzazione che invece dovrebbe essere il simbolo.

La realtà è questa: le wedding planner sono viste in modo poco meritevole ma bisogna capire che se non si lavora non è colpa della crisi, ma della poca professionalità.

Si è premurato di sottolineare che hanno lavorato bene, che sono stata davvero d’aiuto e, soprattutto, mi hanno definito professionale.

Perdonami, ma credo che questo sia il complimento più bello finora ricevuto.

Ricevere un apprezzamento di questo genere da chi, come te, quel giorno sta in piedi più di 15 ore e lavora sotto il sole, con il caldo, sotto stress e con il cuore (se fai matrimoni ti deve piacere il lavoro, questo è un lavoro che ami o odi) mi ha reso molto soddisfatta.

Ti ho raccontato tutto questo non per vantarmi, ma per condividere con te quello che ho capito: il mio lavoro come coordinatrice del matrimonio serve a dare tranquillità.

Se tu vuoi essere tranquilla, se vuoi che tutti i fornitori e gli invitati siano tranquilli e si crei un bel clima in cui lavorare, allora sono la wedding planner da chiamare.

Il mio impegno nei confronti della sposa è che non deve pensare a nulla.

Io non devo essere un ulteriore pensiero, ma sono la persona che risolve i tuoi crucci e i tuoi dubbi.

Se io sarò presente nel giorno del tuo matrimonio in qualità di coordinatrice, ti assicuro che non dovrai nemmeno caricare la macchina o raccogliere le bomboniere o dispiacerti per non aver conservato il menù del ristorante.

Perché hai impiegato un anno per organizzare, ma tutto finisce davvero in fretta.

La musica è stata spenta, la location ormai sta provvedendo al disallestimento e tu ti sei attardata con gli invitati per gli ultimi saluti.

Il catering è saldato, sei quindi tranquilla ma ad un certo punto ti ricordi che devi raccogliere mille cose: le bomboniere avanzate, le composizioni di fiori che hai pagato e che vuoi portare a casa, i confetti avanzati da mettere nelle scatole e, poi, deve essere tutto caricato in macchina.

Tu non ti dovrai preoccupare di nulla.

Per quando andrai via, sarà già tutto in ordine. Spesso anche già caricato direttamente in auto.

Una situazione analoga è capitata al matrimonio di dicembre dell’anno scorso.

Quando mancava poco alla fine della festa sono andata dalla mamma dello sposo e ho chiesto le chiavi dell’auto.

Il giorno prima avevamo concordato di acquistare 10 piante di Spatiphillo come decorazione extra. Sono state acquistate perché poi sarebbero rimaste in ufficio per la decorazione.

Alla fine della giornata, Alessia ed io le abbiamo recuperate (erano state spostate dal catering) e abbiamo caricato tutto in macchina della mamma dello sposo, insieme ai confetti avanzati e a tutti gli allestimenti.

Quando la sposa è arrivata da me, appena terminata la musica, è rimasta sorpresa dal non doversi preoccupare di caricare nulla.

Però siamo sincere: mica posso dire che “carico e scarico la macchina”. Cioè, non faccio traslochi per lavoro (anche se ne ho fatti talmente tanti che potrei pensare ad un business anche nel settore), ma mi sembra il minimo prendermi cura degli oggetti che ho sistemato nella giornata e, ancora di più, mi sembra normale evitare alla sposa di doversi pure preoccupare di recuperare i propri averi.

Diciamo che questa attività è la ciliegina sulla torta, l’attività extra.

Ma come faccio a spiegarla? Lascio la parola, dunque, a chi si è appena sposato e mi ha ringraziato per la presenza.

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Credit ph: PAOLO MONTANARI
In foto Antonella e Riccardo, sposi del 24.06.2017