Non so se è capitato solo a me o è un fatto abbastanza comune, ma sono cresciuta a suon di proverbi.
Che, bada bene, non sono le solite frasi fatte, quelle banalità trite e ritrite che vengono tirate fuori quando non si ha niente da dire, ma proprio detti popolari che hanno una base solida di fondo.
Ogni tanto mi trovo a fare post del cavolo, post personali, in cui semplicemente decido di parlare per me.
Non è un post utile fine a se stesso, non troverai mai risposta a qualche tua domanda specifica per organizzare il matrimonio, ma avrai modo di conoscere un po’ di più Claudia, la titolare di questo Colorato di Pink che ogni tanto ti compare.
Quindi, se ne hai piacere, goditi la lettura.
I proverbi della mia infanzia applicati al mondo delle wedding planner
MOGLI E BUOI DEI PAESI TUOI
Mai come nel settore matrimonio questo detto trova conferma.
Ogni zona d’Italia, ogni provincia e addirittura ogni paesino ha regole e tradizioni del matrimonio tutte sue.
Ad esempio, non in tutto il sud Italia si festeggia “la promessa”, cioè il giorno in cui si firma per le pubblicazioni in comune. Qualcuno sì, qualcuno no.
Altro esempio: nelle province di Como, Varese, Lecco e Monza e Brianza si usa accompagnare la consegna delle partecipazioni con dei confetti in una bella ciotola. Solo lì, in quelle zone. Non a Milano, non a Pavia, non a Bergamo…
Giusto? Sbagliato?
Non c’è davvero regola: c’è quello che ti piace fare e che senti affine a te.
Se una tradizione non ti piace, non la capisci e ti fa sentire a disagio… non devi farla! È una tradizione, non un dovere 🙂
IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE
Sono una persona estremamente curiosa.
Quando trovo qualcosa che non conosco o di cui conosco poco, ma che per qualche verso mi ispira, voglio subito saperne di più E, soprattutto, voglio provare.
Provare di persona, metterci le mani, sbagliare e riprovare.
Ho voluto imparare a rammendare, a cucire un bottone, cambiare una cerniera, fare un orlo. Non sono una sarta nè lo sarò mai, ma quando a Sharon, qualche mese fa, si è scucito l’abito, l’ho riparato dignitosamente, per non lasciare orrori visibili e per mettere a lei di continuare a ballare e a divertirsi con gli amici.
Ho voluto imparare lo scrapbooking. Ho realizzato diversi album, tante card, alcuni regalini e molti quadretti che hanno decorato le mie varie case. Non sono diventata la massima esponente di questa tecnica, ma quando c’è da sistemare qualcosa in location, un tableau o un guest book, so dove mettere le mani.
E potrei andare avanti con un sacco di esempi diversi.
Ma se queste capacità sono servite per tamponare o risolvere piccoli problemi, è anche vero che credo ancora di più nel detto seguente.
OGNI OFELÈE AL FA ‘L SO MISTEE (ad ognuno il proprio mestiere, dialetto milanese).
Mi sono permessa la traduzione di una tipica espressione dialettale milanese.
Ad ognuno il suo mestiere. Se è vero che sono capace di un rammendo veloce, non sono una sarta.
Se è vero che conosco i fiori e conosco la composizione di un bouquet da sposa, non sono una fiorista.
Ma dovrebbe anche essere vero il contrario.
La fiorista si occupi di realizzare composizioni stupende e di conoscere bene i fiori che lavora, non serve che si faccia pagare per stare in location a lungo e far finta di fare un coordinamento solo perché consegna alla sposa il bouquet conservato al fresco per il lancio.
Il responsabile della location si occupi di preparare una villa in ordine, pulita, pronta per il servizio e di essere a disposizione nel caso ci fosse bisogno di aiuto, non serve spacciarsi per wedding planner solo per aggiungere qualche centinaio di euro al servizio e sistemare due confetti.
Su questo, non transigo.
IL MESTIERE SI RUBA GUARDANDO
Dico da sempre che credo poco nei corsi di wedding planning presenti sul mercato.
Perché non serve alle future wedding planner provare a fare le composizioni coi fiori o a realizzare con photoshop un coordinato grafico o imparare la calligrafia se poi non hai presente il galateo delle partecipazioni.
E soprattutto, in quei corsi, bisogna parlare di marketing e di imprenditoria… non di fuffa!!!
Non sai come si fa una corretta mise-en-place? Ti basta parlare con due camerieri esperti e con un catering per impararla in un quarto d’ora e senza nemmeno fare domande.
Davvero, basta osservare banalmente anche le foto su Pinterest.
Per questo, quando una famosa struttura mi ha chiesto di partecipare ad un corso per wedding planner come docente, ho accettato ma solo se avrebbero valutato il mio programma… completamente ribaltato e diverso da quelli tutt’ora presenti. Ti terrò informata.
Infine, il mio proverbio preferito.
CHI NON HA TESTA, ABBIA GAMBE
Questo me lo diceva sempre il mio papà quando mi scordavo di fare qualcosa.
Se ti sei dimenticata di qualcosa, devi recuperare muovendoti, senza perdere tempo.
Ed è vero! L’unico modo per risolvere una piccola dimenticanza, è quella di agire, di non piangersi addosso e di mettersi in prima persona.
Ogni tanto, banalmente, quando sono quasi alla macchina e mi accorgo di essermi dimenticata in casa il telefono o una qualunque cosa importante, mi cazzio da sola ripetendomi “eh, chi non ha testa abbia gambe”.
E vado.
Come dicevo, nessun consiglio per il tuo matrimonio, solo una conoscenza più approfondita di me… che di matrimoni ne ho visti molti e ho imparato tutto il possibile.
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