Nota: Questo post è stato scritto al femminile perché è oggettivo che la maggior parte delle persone che svolge questo lavoro sia di sesso femminile. Ma è rivolto anche ai colleghi di sesso maschile.
Inoltre, volevo precisare che non ce l’ho con tutta la categoria. Anzi, molte delle mie amiche sono vere e proprie colleghe con cui c’è un costante scambio di consigli e dritte e aiuto e, follia, anche di lavoro.
Perché io non sono come le altre wedding planner
La mia decisione di volermi allontanare, anzi, staccare dalle mie “colleghe” wedding planner risale a tanto tempo fa.
Non è che un giorno mi sono svegliata e ho deciso di essere diversa dalle altre, semplicemente più studiavo, più entravo a far parte del mondo di chi i matrimoni li organizza, più mi rendevo conto di condividere davvero poco con “loro”.
Loro, che se la tirano inverosimile, convinte di essere onniscienti e di avere tutto il sapere sul mondo dei matrimoni nelle loro mani.
Loro dovrebbero essere mie colleghe, wedding planner come me.
Sia chiaro, non sto minimamente mettendo in dubbio le loro competenze e la loro professionalità, nemmeno voglio pensare che non sappiano fare il loro lavoro di organizzatrici di matrimoni e che siano titolari di agenzie serie.
Quello che detesto di questo settore, di chi fa questa professione, è il tirarsela. L’essere dannatamente convinte che senza la presenza di una wedding planner il matrimonio non si potrà fare. Peggio: senza la presenza di una wedding planner sono certe che il matrimonio sarà un totale fallimento.
Bene.
Per citare la mia amica Emily… meno. Tutto bene, ma meno.
Meno perché non è assolutamente vero che senza wedding planner non si possa organizzare delle belle nozze e che senza la presenza di una wedding planner il matrimonio venga male.
Non è che senza una wedding planner che ti ha curato tutto tu abbia fatto un brutto matrimonio.
Anzi, molto spesso è anche vero il contrario e se così tante persone sono incattivite verso questa professione, ci sarà un motivo.
Non è che se non hai qualcuno che ti consiglia i fornitori da chiamare e da ingaggiare, quelli che sceglierai tu saranno il male e ti rovineranno tutto.
Anzi, io stessa ho continuato collaborazioni con professionisti trovati dai miei clienti, che si sono rivelati davvero ottimi contatti.
Se fosse davvero così, tutte le persone che quotidianamente si sposano senza avere una wedding planner a fianco, dovrebbero aver avuto matrimoni pessimi. Eppure, stranamente, non è così.
Quindi, per favore, care colleghe, smettiamola con questa storia che la wedding planner è fondamentale. Anzi, smettiamola proprio con il tirarcela.
Mi annoia tantissimo questa cosa, non sono io, non è da me e non lo voglio fare.
Che poi, di contro, dall’altra parte, ci sono wedding planner che planner non lo sono. Che fanno le fioriste e poi aiutano la sposa ad entrare in chiesa, che dicono di fare le wedding planner e poi le trovi che apparecchiano la tavola, che dovrebbero gestire le location e poi, quando una ragazza dice di avere la propria wedding planner, rispondono “ma no, dai, non ti serve faccio io”.
È un po’ come se un igienista dentale ti dicesse “ma no, lascia stare, te la faccio io l’estrazione che sono nel settore da tanti anni e ho visto farlo tante volte”.
Bene, io ho deciso di mettermi nel mezzo tra questi due estremi. Non me la tiro, ma so esattamente qual è -e come fare- il mio lavoro.
Io sono una persona molto più semplice, molto più pratica. Non mi faccio scrupoli a sporcarmi le mani coi fornitori se c’è bisogno e se il mio aiuto contribuisce a risolvere un problema più velocemente.
A me piace creare un rapporto sereno e allegro con le clienti e i fornitori. Fare una battuta o essere pronta allo scherzo non mina assolutamente la mia autorità.
Non è che l’allegria e il rapporto ottimo inficia l’essere cliente o fornitore.
O meglio, so che sto facendo il loro interesse al meglio, so di essere brava e non ho motivo di tirarmela o di essere aggressiva per mantenere un professionale distacco.
Si può essere serie senza essere seriose.
Io non sono quella wedding planner che ti obbliga a fare le cose, anche se corrette dal punto di vista del galateo, se non ti fanno stare bene.
Che se metti il velo in una cerimonia civile urla allo scandalo e nega di essere stata la wedding planner di quel matrimonio.
Così come non chiedo un budget minimo alle mie clienti. Ho visto alcuni form da compilare per richieste di informazioni da agenzie che chiedono un budget minimo di spesa pari ad almeno 25.000 euro.
Ci sta anche, figurati. Ogni agenzia brava deve scegliere con quali tipi di clienti deve lavorare.
Io voglio lavorare con te, che sei una sposa organizzata, precisa e che hai bisogno di supporto durante i preparativi, non di una maestrina che dice cosa fare e cosa non fare.
Mi piace incastrarmi con le mie clienti, lavorarci fianco a fianco.
Mi piace passare del tempo con loro e le consulenze e gli appuntamenti, poi, diventano una normale chiacchierata.
Non nascondo nulla: racconto di me, delle mie disavventure, anche degli errori compiuti. Non sono perfetta e non ho motivo di farlo credere.
Però sono molto brava ad organizzare e a rendere reale quello che tu hai finora organizzato solo nella tua testa. A mettere insieme i pezzi che in questi mesi hai raccolto. E a farli funzionare tutti insieme, nello stesso identico momento.
E sai perché insisterò tantissimo con questa specializzazione, che si chiama coordinamento del matrimonio?
Perché sono sicura che anche tu sei come me.
Parliamoci seriamente: ti pare che io, wedding planner di professione, che studio per fare questo lavoro dal 2007 quando ancora nessuno sapeva quasi pronunciare il nome e che ho aperto nel 2012, avrei dovuto chiamare una collega per farmi organizzare il matrimonio?
Mi sembra una mezza scemata.
Che poi, organizzare un matrimonio, nel senso di chiamare i fornitori, confermarli e farsi fare i preventivi, decidere il tema del matrimonio e sognare il grande giorno è divertente. Dannatamente divertente.
Se hai tempo e/o sei una persona organizzata, risulta anche facile.
Però poi, quel giorno, non puoi essere doppiamente presente.
O sei sull’altare a pronunciare il fatidico sì, o sei da un’altra parte a controllare che tutto stia procedendo correttamente.
O sei sul palco, o sei dietro le quinte. Il dono dell’ubiquità non lo possiede nessuno.
Anche se chiami da sola i tuoi fornitori, potresti aver bisogno di me per dritte e consigli, per sapere cosa fare in una determinata situazione e chiedere aiuto a chi sicuramente ci è già passata e ha gestito il problema in diversi modi.
Se stai cercando questo tipo di aiuto, esiste. Si chiama coordinamento del matrimonio. E sono dannatamente brava in questo.
Sai perché mi sono specializzata nel coordinamento del matrimonio? È esattamente il servizio che ho voluto per il mio matrimonio, che ho pensato e deciso proprio per soddisfare una esigenza personale.
Ma che puoi sfruttare anche tu!
E per saperne di più, devi solo compilare questo form. E stare lontano da tutte quelle wedding planner che sono convinte di avere la verità in tasca.
Te lo assicuro… non ce l’hanno!
Cosa puoi fare adesso?
Per scoprire se il giorno del tuo matrimonio sono libera e potrò aiutarti con il coordinamento, Clicca qui e compila il form nella pagina dei contatti.
Oppure, se vuoi scoprire i materiali gratuiti che puoi sfruttare per organizzare il matrimonio, clicca qui e vai alle risorse gratuite.
In foto: una wedding planner pazza, che si è fatta tatuare live il giorno del matrimonio.
Oddio, quale oscenità.
Foto: Elena Barsottelli
Matrimonio di Fabiana e Diego, 20 gennaio 2018