Cara lettrice,
gennaio è il mese dei grandi propositi, ma i miei non saranno i soliti.
Tanto già mi conosco, e più che a dieta, al massimo posso impegnarmi per ridurre i dolci e gli aperitivi ai weekend, e la palestra è ormai una battaglia persa (ma questo non mi ha impedito di pagare 70€ per l’app di Buddyfit, di cui sto facendo solo gli esercizi di stretching per la schiena).
Quest’anno mi sono riproposta di prendere in mano l’attività social di Colorato di Pink, che negli ultimi anni è andata un po’ perdendosi.
Sono tornata… e ti spiego cosa è successo
Mi sono guardata dentro per cercare di capire quali sono i motivi per cui la mia gestione dei social e la mia presenza online negli anni è scemata, e mi sono data due risposte.
Una quasi scontata, una invece meno.
La prima motivazione è quella della mancanza di tempo, un classico
L’attività di Colorato di Pink dopo il Covid è esplosa. Non solo, nel 2020, non potendo organizzare matrimoni, mi sono attivata con altre collaborazioni, che continuano ancora oggi.
Quindi l’anno scorso sono arrivata a settembre al limite del burn out, perché facevo più cose del tempo che avevo a disposizione. Da maggio a ottobre non ho avuto un giorno libero.
Sia chiaro, non mi sto lamentando perché questo impegno si è visto nel fatturato. E poi, sono anni che mi impegno moltissimo per essere dove sono oggi…
Però non riuscivo quasi a vedere le mie amiche, che incastravo tra un appuntamento di lavoro e un matrimonio, e ho vissuto i due mesi in Puglia di Luca come una liberazione, perché non avrei dovuto anche fare la moglie. Un pensiero orribile.
Soprattutto, a gestire l’attività sono da sola. Sì, ci sono Giorgia e Paola ad aiutarmi, ma le idee di base devono partire da me, così come la supervisione e l’ideazione.
La seconda, invece, riguarda la modalità di comunicazione
Su Instagram orami comandano i reel, che oggi sono dei piccoli capolavori di regia, così come su TikTok e ovviamente su YouTube. I tre social più forti oggi usano i video.
Io odio i video.
Non mi piace guardarli, non mi piace farli, non sono capace di idearli, registrarli e montarli. Guardo i backstage di alcuni reel e divento pazza non appena realizzo quanto tempo è servito per un contenuto di 15 – bellissimi – secondi.
Non solo il tempo della registrazione e la lavorazione dei file, ma anche della luce giusta, l’inquadratura, il look curato, la post produzione…
No, non fa per me. Ci ho provato, ma è stato un fallimento.
Sono partita con intenzioni più che ottime, qualcosa ho anche pubblicato e penso con risultati discreti, e poi sono finita a inventarmi ogni genere di scuse.
La stessa dinamica che accade quando devo tirare fuori il tappetino e fare gli esercizi.
Però… stranamente quando ho una partita di golf, vado anche con se fa freddo e ho mal di schiena.
La verità è che per le attività che mi piacciono non sento la fatica e lo stress.
Quindi… perché devo forzarmi a fare quello che non sento mio? Non mi sforzo nella vita, non capisco perché lo devo fare sui social.
La soluzione è stata semplice: tornare a quello che mi viene meglio… scrivere e parlare.
Ecco perché ho annunciato di essere tornata.
Il blog è uno strumento che sento molto mio, molto affine. Ne ho sempre scritto uno almeno dal 2005, in cui raccontavo semplicemente i fatti miei.
E se su questo dedicato al matrimonio ci sono più di 600 post, è solo perché usavo la stessa tecnica: mi svegliavo e scrivevo qualcosa che non riuscivo a dire, nel caso specifico le risposte ai post dei gruppi online.
(Poi però non mi sono più trattenuta dal leggere le cavolate che scrivevano, ho cominciato a rispondere e mi hanno bannata dai gruppi… ma questa è un’altra storia)
Il secondo format che ho subito sentito nelle mie corde è il podcast.
La post produzione è più veloce, il po’ di tempo passato in radio mi ha permesso di non avere paura della mia voce e di non impallarmi se non mi vengono le parole, non ho vincoli di tempo e posso prendermi il tempo di esprimere il concetto senza dove restare nei canonici tempi dei social.
Soprattutto, lo posso fare pure in pigiama e con i capelli sporchi che nessuno mi vede.
Tutti qui?
Manca un’altra questione, altrettanto importante.
La qualità dei contenuti
Io sono una persona che adora scoprire, studiare, analizzare. Quindi, i contenuti veloci dei social non mi soddisfano quasi mai. E’ come se avessi un assaggio di una cosa che mi piace, ma non sapessi dove poter mangiare il piatto completo.
Ho riscontrato questa cosa nei post dedicati ai viaggi.
Tutti i viaggi che ho organizzato, magari ispirata dalle belle foto trovate online, si sono poi rivelati un mezzo disastro. Nel senso che la realtà era estremamente diversa da ciò che avevo visto.
Un giorno, pensando di essere io scema, mi sono messa a fare una foto e l’ho ritoccata per “tirare fuori” i colori che vedevo nel video ma che non rispecchiavano la realtà.
I reel mostrano solo il lato figo della questione, poi nessuno ti dà le informazioni realmente utili né ti spiega le cose.
Soprattutto, sono tutti uguali e dicono tutti le stesse cose. Sembra che a Parigi ci siano solo 10 cose da vedere… però, io che a Parigi ci sono stata diverse volte, ti dico che è molto più dai soliti scatti IG.
Ora sto organizzando il viaggio a Zanzibar, e parlando con una persona che lì ci vive, ho scoperto un sacco di cose esclusive e uniche che i tour standard e organizzati non ti fanno vedere.
Ecco, questo è il motivo per cui sono tornata qui sul blog e dove mi troverai più spesso.
No, non lascerò Instagram e tutti gli altri, ma non ti aspettare che assuma Woody Allen per creare i miei reel.
Però, restano disponibili tutti gli strumenti per contattarmi. Il kit informativo gratuito in cui spiego cosa sia il coordinamento è perché è fighissimo… lo puoi richiedere qui sotto compilando il form.