Quante volte, parlando con le tue amiche del tuo matrimonio, racconti loro le tua idee, cosa hai in mente, cosa vorresti organizzare e ti senti rispondere…. “ma sei matta? io non lo farei mai!” da un lato, mentre dall’altro addirittura un “oddio, sì, lo adoro”?

Immagino che accada la maggior parte delle volte.

Se una tua amica non è d’accordo con le tue idee o il tuo gusto non è per cattiveria o per farti i dispetti. Ha semplicemente espresso un parere, dovuto a come lei immagina (o ha organizzato, se è già sposata) il tipo di matrimonio.

Immagino che accada anche quando racconti dei preparativi ai tuoi conoscenti o parenti… tutti si sentono in diritto di commentare o esprimere parere sulle tue decisioni. Quasi sempre, usano come riferimento quello che a loro piace o hanno già fatto.

Mi raccomando: non dimenticare che è il giorno del tuo matrimonio!

Le obiezioni e le eventuali critiche che riceverai non devono fermarti dal continuare l’organizzazione che tu desideri.

Ma devi sapere che sul tipo di matrimonio da organizzare il dibattito sarà eterno!

Ti ho già detto che prima ancora di iniziare a cercare location o dettagli, devi pensare a che tipo di matrimonio vuoi organizzare.

Che tipo di matrimonio vuoi organizzare?

Non c’è via di mezzo. Ci sono fondamentalmente due tipi di festeggiamenti, due tipi di matrimonio.

Si tratta di schieramenti definiti e precisi, che non lasciano adito a dubbi e l’uno non sarà mai d’accordo con le decisioni dell’altro.

Da un lato, LA TRADIZIONE.

Il tipo di matrimonio tradizionale, classico, quello più conosciuto.

Non cambia se si farà a pranzo o a cena, il ritmo e la pianificazione della giornata seguono uno schema conosciuto e accettato da tutti.

Si inizia con la cerimonia (in chiesa, civile, simbolica), poi ci si sposta al luogo della festa dove si verrà accolti da un lungo aperitivo, che dura fino a due ore, si continua con il pasto servito

Il pasto servito, indifferente se cena o pranzo, ha durata variabile a seconda delle portate. Di norma, se una cucina è ben organizzata, si contano almeno 30 minuti a portata. Il minimo sindacale è composto da bis di primi e un secondo per una durata massima di un’ora e trenta minuti. Più portate si aggiungono (antipasti, secondi, sorbetti), più dura il tempo che si passa seduti a tavola.

Infine, ci si sposta per il taglio della torta e per il buffet di dolci che ne consegue. Si chiude con balli, animazione e consegna delle bomboniere.

Questo è lo schema più spesso utilizzato. Con questo tipo di matrimonio sei sicura che nessuno potrà lamentarsi: gli invitati sono abituati a questi ritmi, quindi sanno naturalmente cosa accadrà senza bisogno di un programma.

Di contro, però, non c’è più sorpresa e il rischio che si annoino senza un giusto intrattenimento è un problema concreto.

Dall’altro lato, LA VOGLIA DI SPERIMENTARE

Il buffet sembra essere un tipo di matrimonio sempre più ricercato. Non tanto per risparmiare (anzi, scoprirai ben presto che la differenza tra un buffet e un pranzo classico è di pochi euro), ma per creare qualcosa di diverso.

Di solito è preferito da chi è stanca del solito tran-tran, di chi detesta feste molto lunghe e vuole proporre formule più leggere.

Ma se il buffet, in qualche modo, segue ancora i ritmi tradizionali e già conosciuti, si cerca di osare fino ad arrivare a scelte molto estreme.

Il tea-party, grande tema preferito per le feste di compleanno, sembra essere arrivato anche al mondo dei matrimoni.

Ma c’è chi sconvolge i ritmi e inverte i tempi. Aperitivo per tutti, quindi cerimonia e cena per pochissimi intimi.

Oppure cerimonia civile un giorno con pasto per pochi intimi, e qualche giorno dopo cerimonia simbolica con un sacco di amici.

La voglia è proprio quella di sperimentare. Di proporre qualcosa di diverso, di non scontato e di non far annoiare nessuno.

Se la novità piace sempre, dall’altro bisogna prendere delle accortezze.

La prima,  e più importante, è quella di informare le persone. Le sorprese non piacciono a tutti e possono sorprendere in maniera negativa. Se hai scelto per un tipo di matrimonio non tradizionale allora ti consiglio di scriverlo sia sugli inviti che di non lesinare in informazioni.

La seconda è quella di studiare con attenzione in timing della giornata e di farti seguire da qualcuno che non sia coinvolto.

Tu sarai impegnata a fare la sposa, i fornitori saranno impegnati a dare il meglio in situazioni che non conoscono e le tue amiche… non riescono a capire o non accettano il tuo modo di vedere la festa e potrebbero creare più danni che aiuto, intralciando o non curandosi di tutto quello che hai scelto nei mesi precedenti.

Con queste premesse, capisci che una sposa tradizionale non troverà mai accordo con una sposa che vuole sperimentare, provare a cambiare le regole.

Non c’è giusto o sbagliato, c’è organizzato bene e organizzato male

Le motivazioni dei due schieramenti riguardano sicuramente il gusto personale senza dimenticare il pensiero degli invitati.

Proporre qualcosa di tradizionale mette al riparo da una parte delle critiche e se anche non dovesse incontrare il gusto di tutti, sicuramente non spaventa nessuno.

Al grido di “va bene fare quello che piace, però se devi scontentare gli ospiti tanto vale non festeggiare”, un pasto servito, anche breve, garantisce i punti fermi della tradizione.

E come la mettiamo con la storia del “devi fare quello che ti piace” e “il matrimonio è vostro, fregatevene dei commenti?”

Due mondi che non trovano un punto di incontro.

Tranne che… in un punto a metà strada.

Organizzare un tipo di matrimonio più conosciuto è giusto se è quello che desideri veramente.

È giusto farlo perché ti piace, perché hai sempre immaginato così il tuo matrimonio.
È sbagliato farlo per timore di quello che possono dire gli ospiti, per metterti al riparo dalle critiche.

Così come organizzare un tipo di matrimonio inusuale, magari a buffet o in orari inconsueti è giusto se è quello che desideri veramente.

È giusto farlo perché ti piace, perché hai sempre immaginato così il tuo matrimonio.
È sbagliato farlo perchè non hai voglia di organizzare altro, per cercare di risparmiare o per fare dispetto a qualcuno.

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Il successo di qualunque matrimonio abbiamo già detto che dipende dall’organizzazione.

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